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Da sedentario a triatleta: la trasformazione di Luca

Cervia, 22 settembre 2019. Prima gara di Triathlon olimpico. Prima gara in assoluto di tutta la mia vita.

Esco dall’albergo e mi dirigo sotto una pioggerellina per nulla simpatica al briefing pre-gara. Mentre cammino con passo spedito, mi sorge spontanea una domanda: all’alba dei miei 46 anni suonati, passati a fare tutto fuorché sport, cosa ci faccio qui in mezzo ad atleti che sudano tutti i giorni per battere la fatica allenando la propria resilienza?

Ah già: oggi sono uno di loro anche io.
Sì perché la mia gara di Cervia parte da lontano. Poco meno di un anno fa, infatti, incontro Paolo Barbera in TRI60 per proporgli dei test con dei materiali nuovi.
Ad essere onesti, io ho provato a vendergli qualcosa, mentre lui è riuscito a regalarmi una vita migliore.
Forse per gioco o forse per curiosità o forse ancora nella speranza di appioppare a Paolo i prodotti che vendevo, mi ritrovo a pedalare sulle bici della Sala Bike sudando a fianco di altri compagni, anche loro visibilmente provati dallo sforzo. Bello. Motivante. FTP 170… mamma mia quanta fatica facevo!
Poi Paolo mi fa notare che sarebbe meglio perdere qualche chilo, tre o quattro mi dice. E mi insegna in poche e semplici regole la giusta alimentazione e la corretta integrazione.
Proviamoci dico io, preoccupatissimo di dover abbandonare quel bel tazzone di latte intero che mi tracannavo a colazione. Proviamoci.
Paolo mi chiede un OBIETTIVO per il primo anno di allenamenti. Ci penso su, seriamente, e gli dico che arrivare a correre 10 Km sarebbe già un traguardo importante. Lui mi guarda, sorride, annuisce e prende nota.

E così eccomi a Cervia, io o quello che potrei definire il mio fratello geneticamente modificato: 14 chili in meno, FTP salita a 215 e soprattutto pronto a mantenere la promessa che avrei fatto 10 km di corsa… anche se oggi, prima di farli, mi riscaldo con un po’ di nuoto e un po’ di bici.
Che fascino questa competizione del circuito Ironman: tutto studiato, tutto scenografico, tutto organizzato fin nei dettagli. Sarò capace? Avrò messo nelle sacche le cose giuste? Riuscirò a cambiarmi velocemente? Mi ricorderò dove ho messo la bici? Arriverò in fondo? Ansia e tensione.
Mi son portato dietro la mia famiglia. Loro mi supportano incondizionatamente, ma io spero tanto di non deluderli.
Siamo alla partenza, nelle rastrelliere del nuoto, la musica è forte e la gente intorno agitata e felice. Io ho solo paura. Paura di non farcela, paura di tornare a casa prendendo atto che non dovevo essere qui, che l’obiettivo era troppo ambizioso.
Sono solo con la mia tremenda paura. E mentre in acqua arranco come un maiale, ansimo imprecando senza fiato contro i miei occhialini, che oggi hanno deciso di appannarsi ogni trenta secondi. Sono terrorizzato. Mi volto a guardare la partenza e la tonnara che mi sta per travolgere.
La mia gara non può finire qui.
Mi rigiro e ricomincio a nuotare, tentando di prendere un ritmo che non prenderò mai. Ma nuoto, e nuoto senza più fermarmi, arrivando a chiudere con un tempo ben più basso rispetto alle migliori aspettative. Sono in gara. Rimani concentrato e divertiti, dico a me stesso. In bici, tiro come un dannato. Paolo mi aveva detto di non superare i 150 battiti, io termino il percorso con una media di 157 battiti e una velocità oltre i 33 km/h. Avrei voluto rispettare le indicazioni del coach, ma è tutta colpa di questa maledetta adrenalina. Ultima transizione di fianco ai miei figli che mi incitano forsennati. Riparto e sento salire l’emozione di esserci. A correre sono proprio scarso, dovrò chiedere a Paolo di migliorarmi. L’orologio indica 10 Km ma siamo ancora lontani dal traguardo. O l’orologio non va, o il percorso è più lungo. Fa poca differenza, corro accelerando leggermente e rimanendo concentrato.
Ed è così che, mentre arrivo al traguardo dopo oltre 11 km di corsa, spinto da una cornice fantastica di pubblico, alzo gli occhi al cielo e vedo il mio tempo sotto le tre ore.

PAZZESCO!! Ce l’ho fatta.
Grazie Paolo, questa gara la dedico a te.
L’abbraccio con i figli e la moglie è la sensazione più bella: sono il loro eroe che li ha riempiti di orgoglio!
Adesso è tempo di godersi la festa, da domani si ricomincia a sudare.

Luca Orthmann

3 Responses

  1. Non eri solo! c’ero anche io con te alla partenza…vivendo più o meno le stesse sensazioni e quelle due tre battute a me hanno aiutato ad allentare la tensione!!!! E mi rincuora la conferma che in realtà abbiamo corso ben 11.3 KM!!!!! allora non era il mio garmin andato a male ahaha 🙂 Complimenti grandissimo!

  2. Bravo Luca! Complimenti per tutto, per l’impegno, i risultati, e anche per il pezzo che hai scritto! Sono una zia orgogliosissima!

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